L’ARTIGIANO, UN LAVORATORE PRIVO DI TUTELA

Come è noto, i lavoratori dipendenti hanno i loro sindacati, il cui compito è quello di tutelarli. 

Pur essendo vero che non sempre le lotte sindacali hanno favorito i reali interessi dei lavoratori, è però anche vero che quando necessita un loro intervento, questi, anche senza essere sollecitati, intervengono in prima persona, con ogni tipo di lotta, (dibattiti, interpellanze, scioperi).

Si può tranquillamente affermare che i sindacalisti sono sempre stati e saranno sempre ben vigili e ben presenti. Purtroppo, per un insieme di ragioni, non tutte le categorie dei lavoratori usufruiscono di una altrettanto adeguata tutela, una di queste è l’artigianato.

Qualcuno potrebbe far presente che in Italia gli artigiani hanno le loro associazioni, ma purtroppo, come sarà facilmente dimostrato, la funzione di queste associazioni non sono quelle, come invece dovrebbero essere, di tutelare i loro iscritti. La loro è una semplice funzione amministrativa, infatti, si comportano più o meno come fossero dei commercialisti. 

Se diamo uno sguardo ai risultarti, grazie alle lotte sindacali, ottenuti dai lavoratori dipendenti, e li confrontiamo con i risultati, grazie alle lotte delle confederazioni dell’artigianato, ottenuti dagli artigiani, ci renderemo facilmente conto della diversa operosità ed efficienza che contraddistingue le rispettive associazioni.

Qualche esempio: giustamente il lavoratore dipendente, riceve lo stipendio anche quando è ammalato. Domanda, perché anche l’artigiano in malattia, pagando naturalmente il dovuto, non viene messo nelle stesse condizioni? 

Altro esempio: se un lavoratore dipendente rimane disoccupato, scattano, giustamente per lui, alcuni ammortizzatori sociali, cassa integrazione, disoccupazione, ebbene, per quale ragione anche l’artigiano, pagando naturalmente il dovuto, non può essere messo nelle condizioni di usufruire di tali ammortizzatori?

Lungo sarebbe l’elenco dei “diritti acquisiti” che i lavoratori dipendenti hanno ricevuto grazie alle lotte indette dai loro sindacati, ebbene, nonostante che le confederazioni dell’artigianato siano nate oltre 50 anni fa, non sono riuscite a fare in modo che nessuno di questi “diritti acquisiti” diventassero patrimonio anche degli artigiani, da quello che mi risulta non sono state neanche proposte. 

Non era forse un loro compito ed un loro dovere rivolgersi alle sedi competenti per fare in modo che anche gli artigiani potessero usufruire di alcune “coperture”? Perché non è stato fatto? Come si spiega questa colpevole latitanza?

Premetto che da oltre 50 anni “rompo le scatole” alle confederazioni degli artigiani, facendo tali domande, ebbene sono ancora in attesa di una risposta.

Ironia della sorte, i dipendenti delle confederazioni degli artigiani, nate per “tutelare” gli artigiani usufruiscono di tutti i “diritti acquisiti”, gli artigiani “tutelati” dalle confederazioni dell’artigianato, non ne usufruiscono e non ne usufruiranno mai.

Ingenuamente pensavo che più che “difendere” era meglio essere “difeso”, i fatti dicono che mi sono sbagliato. Più volte mi sono chiesto la ragione per cui gli artigiani si trovano in questa deplorevole situazione, ebbene, pur senza aver la pretesa di dare una risposta definitiva, porterò un dato di fatto che già da solo potrebbe dare la dovuta spiegazione.

Logica vuole che il direttivo di una associazione di lavoratori sia formata da persone che conoscono bene i problemi della categoria, in parole povere: nessuno meglio di un dipendente conosce i problemi dei dipendenti, non a caso, i sindacati dei lavoratori dipendenti intervengono prontamente quando qualche loro conquista viene messa in discussione, oppure intervengono con tutte l loro forze per dare a loro maggior potere contrattuale. Si tratta di interventi facilitati dal fatto che gli interessi dei lavoratori dipendenti combaciano esattamente con gli interessi dei sindacalisti.

Altrettanto dicasi al riguardo degli artigiani, solo degli artigiani possono conoscere le necessita ed i problemi degli artigiani. Purtroppo nessun componente delle confederazioni artigiane, dal presidente al semplice impiegato, ha mai fatto l’artigiano, conseguentemente non può conoscere i problemi di questa categoria. 

Occorre pure tener presente che i problemi degli artigiani difficilmente combaciano con i problemi dei loro “difensori” , anzi, in qualche caso sono addirittura contrastanti , perciò non è possibile pretendere da loro uno spontaneo e deciso intervento. Non escludo che siano anche altre le ragioni per cui gli artigiani siano privi di tutela, ma sicuramente questo è il “problema dei problemi”.

Molti sono i “problemi” che affliggono l’artigiano, problemi non sempre risolvibili, questo è uno di quelli.  E i risultati, purtroppo, si vedono.

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